Anima Magica

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Anima Magica

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Tu sei un'anima magica

Percorriamo mano nella mano il dolce ed illuminante declivio che ci guida verso i suoi segreti.

Ci hai mai pensato? 

A volte basta un piccolo soffio di vento per innescare un cambiamento dentro di te che magicamente cambia il mondo.
Prendiamoci per mano ed impariamo ad accogliere quest'aria nuova, fresca, intensa, che ha il profumo dolce della consapevolezza, del coraggio e dell'amore.



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Occhio di Horus

Araba Fenice 

Caduceo

L’occhio di Horus è conosciuto come “l’occhio che tutto vede” ed è anche detto “all seeing eye”.

Si tratta di uno dei simboli più famosi dell’Antico Egitto.

L’occhio di Horo, o occhio di Ra, era considerato nell’antichità un importantissimo simbolo di protezione, fortuna, prosperità, potere e buona salute.

Sebbene ai giorni nostri siano identificati in una cosa sola, i due differenti occhi (di Horus e di Ra), pur mantenendo lo stesso significato e la stessa simbologia, appartenevano in origine a due divinità diverse.

Nella tradizione egiziana si può notare che l'occhio di Horus veniva riprodotto ora rivolto a destra ora a sinistra perché rappresentava anche conoscenze particolari e segrete.

Il destro simboleggia il sole, mentre il sinistro la luna.

Esso era altresì la personificazione della dea Wadjet.

Horus, noto anche come Ra, era il Dio del cielo e del sole e le sue caratteristiche erano la luce e la misericordia.

L’occhio del Dio aveva lo scopo di proteggere il defunto nell’aldilà; era infatti un geroglifico talmente importante da essere trasformato in amuleto.

In questo caso veniva inserito all’interno delle bende utilizzate per avvolgere il corpo mummificato, in quanto indiscutibile simbolo di rigenerazione.

Sui muri delle abitazioni come anche sulle imbarcazioni veniva disegnato al fine di essere di buon auspicio.

Si riteneva inoltre fosse un simbolo di regalità e di indistruttibilità.

Nel sistema di misurazione egizio, rappresentava altresì un sistema di quantificazione frazionaria per misurare le parti di un tutto, nella matematica moderna si chiama ‘ sequenza di Fibonacci ‘.

E’ una formula matematica che compare spesso in natura ( ad esempio nelle conchiglie, nei girasoli, nelle pigne ed addirittura nella struttura della via Lattea) .

Nota come ‘ sezione aurea ’, la proporzione espressa nella ‘successione di Fibonacci ‘ è caratterizzata dal fatto che ciascun numero dopo i primi due è la somma dei due precedenti.

L’araba fenice è il simbolo della rinascita per eccellenza.

La leggenda narra che abbia l’abilità di risorgere dalle sue stesse ceneri. Le sue caratteristiche che più ci colpiscono sono i suoi colori sgargianti e bellissimi e anche la lunga coda piumata che affascina chi la guarda.

Secondo una delle versioni più conosciute del mito l’Araba Fenice, dopo aver vissuto per 500 anni, costruiva un nido sulla cima di una quercia o di una palma, proprio alla vigilia della sua morte. Accatastava piante balsamiche e si adagiava al sole, lasciando che quest’ultimo la bruciasse.

Dal cumulo di cenere emergeva una piccola larva che i raggi solari facevano crescere rapidamente fino a trasformarla nella nuova Fenice che nell’arco di tre giorni volava ad Eliopoli e si posava sopra l’albero sacro.

Per gli antichi egizi l’Araba Fenice era raffigurata con la corona Atef o con l’emblema del disco solare; era simile ad un passero o ad un airone e risorgeva dalle acque.

Per i greci antichi, invece, la Fenice era un uccello simile all’aquila reale ed aveva colori magnifici e splendenti come l’oro, l’azzurro, il rosso e il porpora. Il capo era ampiamente piumato e la coda era formata da tre lunghe piume di colore rosso, azzurro e rosa. Assomigliava anche ad un uccello tropicale per i suoi bellissimi colori accesi e risorgeva dalle fiamme.

La Fenice è anche un importantissimo simbolo di forza.

Secondo il mito infatti, le sue lacrime erano molto curative e lei stessa era un animale dalla grande resistenza fisica. Riuscendo poi a controllare il fuoco, risulta quasi indistruttibile. In Cina è ancora ai giorni nostri espressione di potere, prosperità e armonia dell’universo.

Possiamo concludere quindi che la Fenice rappresenta la possibilità di sopravvivere alla morte, ma anche la capacità di rialzarsi dopo un fallimento o una caduta.

Si tratta di un forte simbolo di resilienza, ovvero della capacità di resistere alle avversità reagendo positivamente agli ostacoli della vita grazie all’accesso e allo sviluppo delle proprie innate risorse interiori.

Il caduceo, l'alchimia dell'io

Il termine caduceo deriva dal greco karkeion (araldo, messaggero).

Il caduceo è un simbolo misterioso ed antichissimo, la cui origine si perde nella notte dei tempi. Si è tramandato fino ai giorni nostri anche con il nome di ‘ bastone alato ’ e lo si ritrova nella storia di moltissime culture differenti.

Nell’epoca moderna si potrebbe dire sia diventato il simbolo della scienza medica, della salute, ma questo pensiero comune è molto riduttivo rispetto al vero, profondo significato dello stesso.

Nella mitologia greca Hermes era considerato il padre di Asclepio, dio della medicina e di Medea, dea della salute. Era il messaggero degli Dei, intermediario tra il regno terreno e quello divino. Era considerato un Dio delle transizioni, oltre che ad un Dio delle dimensioni e altresì una guida per l’aldilà. Secondo Virgilio, nell’Eneide, Apollo donò il caduceo ad Hermes in cambio della lira.

Il caduceo è composto da due serpenti attorcigliati attorno ad un bastone sopra il quale si ergono due bellissime ali aperte, orgogliosamente spiegate.

I due serpenti rappresentano il movimento ascendente dell’energia lungo la spina dorsale fino al cervello, ma allo stesso tempo le due serpi attorcigliate (che sembrano accoppiarsi) simboleggiano la polarità del bene e del male tenuta in equilibrio dal Dio che ne calibra la forza. Il serpente maschio, a destra, è di ascendenza solare; il serpente femmina, a sinistra, è di ascendenza lunare. Le teste e le code dei due serpenti rappresentano infatti il sole e la luna che si incontrano, come in un abbraccio.

Le ali simboleggiano il primato dell’intelligenza che si pone al di sopra della materia per poterla dominare, ma anche la liberazione dell’io quando l’energia arriva nella ghiandola pineale, cioè nel cervello, per indicare l’illuminazione. La ghiandola magica è rappresentata dalla grossa pigna.

L’ incoronazione dell’Io è la conquista dell’Io.

In conclusione, il caduceo simboleggia l’enigma della complessità umana e le sue infinite possibilità di sviluppo ed è infine universalmente riconosciuto come emblema della medicina in quanto con Asclepio l’antico bastone diventa scettro di dominio sulla natura, consentendo all’operatore di utilizzarlo per guarire i malati.

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